Etna: nascita e sviluppo
The Etna volcano si compone di un imponente edificio che si è sviluppato in diverse decine di migliaia di anni attraverso la sovrapposizione di numerosi centri eruttivi nel corso tempo.
L’imponente edificio culmina con gli apparati vulcanici sommitali gli unici caratterizzati da una persistente attività vulcanica. Essi si innalzano da un altopiano posto tra i 2800 ed i 3000 m di quota. Si tratta di tre imponenti coni formati dall’accumulo di materiale piroclastico e cioè scorie, lapilli, ceneri, bombe e da colate laviche.
Crateri sommitali Etna: quanti sono e la loro storia
Il principale dei tre coni è il Cratere centrale (CC) i cui orli raggiungono la quota massima di 3280 m. All’interno del cono si aprono due crateri sommitali, il più ampio dei quali la Bocca Nuova (BN) e la Voragine (CV). Il CC è stato l’unico apparato sommitale fino al 1911, quando si aprì, sul suo fianco nord-orientale una piccola voragine degassante che nel 1917 iniziò ad eruttare ed in pochi anni nacque un nuovo cono, il cratere di Nord-est (CNE), che diede vita a numerosissime eruzioni soprattutto nel trentennio 1950-1970.
Il Sud-Est: cratere più giovane ed in continua attività
Una cinquantina di anni dopo la nascita del CNE, in seguito, divenuto oggi sede di eruzioni vulcaniche intense, si formò il cratere di Sud-est (CSE). Negli ultimi venti anni il CSE si è accresciuto fino a diventare con i suoi 3357 m la top of Etna più elevata. Negli ultimi anni il CSE è stato caratterizzato da attività eruttive molto violente e di breve durata, denominate parossismi, con fontane di lava alte alcune centinaia di metri sopra l’orlo e colate laviche di altissima portata. Questo elevato tasso di crescita ha determinato significativi fenomeni di instabilità gravitativa che hanno prodotto delle frane dei suoi fianchi, soprattutto orientale e meridionale.
Attività vulcaniche recenti e situazione attuale sulla cima del vulcano
Tra il febbraio 2021 ed il febbraio 2022 il solo CSE ha dato vita ad una sessantina di parossismi. Gli apparati sommitali negli ultimi anni si sono ingranditi fino a rendere la loro visita completa molto difficile. E ciò non solo a causa della loro vastità, ma anche dei fianchi acclivi, del terreno difficile e della grande quantità di gas vulcanici emessi sia dalle voragini che da numerosissime fumarole che ne costellano gli orli. Va inoltre detto che i crateri sommitali si elevano sopra i 3000 m di quota, questo determina sia una relativa rarefazione dell’aria che la presenza di venti spesso gelidi anche nelle stagioni più calde. Attualmente, la fruizione dei crateri sommitali è regolamentata da ordinanze comunali ed è costantemente monitorata da INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) che in funzione dei parametri gestisce il livello di allerta vulcanico.
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