Scopri il cuore pulsante dell’Etna attraverso gli occhi e le storie delle sue leggendarie guide. Da antiche tradizioni a moderni professionisti, l’articolo rivela il percorso affascinante di coloro che hanno guidato i passi dei viaggiatori per secoli. Entra nel mondo avventuroso delle Guide dell’Etna e lasciati trasportare dalla magia di questa montagna iconica!
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Ashara volcanic guides Sicily Stromboli

Ashàra is a company of Volcanic Guides specializing in excursions to the Etna and Stromboli volcanoes. Read the articles and get to know these splendid volcanoes.

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Passato presente e futuro delle Guide dell’Etna

Non è facile trovare una collocazione storica alle origini delle Guide dell’Etna, ma facendo fede ai diversi racconti dei viaggiatori del passato, possiamo dire che questa attività di accompagnamento iniziò a metà del 18° secolo.


L’Etna di allora non era di certo paragonabile a quella odierna, e al visitatore oltre alla sua magnificenza, la montagna ostentava un territorio estremamente selvaggio, ricco di fitti boschi che si estendevano dalle quote più basse della regione etnea, fino ad oltre 2000 metri sul livello del mare.

Oltre tali altezze, prendeva lentamente vita il deserto vulcanico, ambienti che ancora oggi rappresentano al meglio il volto più severo dell’intero vulcano.

I pochi sentieri che si inerpicavano in questi difficili ambienti, salivano prevalentemente dall’allora piccolo villaggio di Nicolosi, ed erano per lo più frequentati dai pastori, dai cacciatori e dai tagliaboschi locali, persone che conoscendo perfettamente il territorio, senza alcuna regolamentazione di sorta, talvolta si improvvisavano guide prestando il loro servizio di accompagnamento ai viaggiatori desiderosi di avventura.

Le Guide del Passato: Da Biagio Motta a Vincenzo Barbagallo

Tra tutte queste guide, al punto che se ne conserva tutt’oggi memoria, spiccava la figura di Biagio Motta, detto anche il Ciclope per via della sua stazza imponente.

Ulteriori notizie riguardanti “Il Ciclope” ci arrivano da Roland de la Platiere, un viaggiatore francese che nel 1776, descrisse “il Ciclope” come un uomo dall’aspetto severo ma dall’aria venerabile, di poche parole, ma allo stesso tempo sempre pronto nel rispondere con estrema precisione ad ogni singola domanda che gli veniva posta.

Silenzioso e sulla cinquantina, Biagio Motta fu probabilmente tra le più note guide di quel tempo. Naturalmente queste guide improvvisate dovevano in qualche modo vincere la forte diffidenza dei viaggiatori, dando loro ottime impressioni dal punto di vista fisico che su quello morale.

Va detto infatti, che ai tempi esistevano grandi pregiudizi nei confronti della gente locale, cosa questa che veniva alimentata anche da alcuni celebri racconti. Ben noti sono gli scritti di Brydone o Reclus, racconti dove gli abitanti delle regioni etnee venivano descritti come gente selvatica e dai modi incivili, in questi scritti inoltre si metteva in guardia il forestiero dal rischio concreto si essere derubati tanto dalle guide che dai locandieri.

Va ricordato che erano tempi ben diversi da quelli di adesso, e la povertà al sud Italia essendo un problema di grande rilievo, dava spesso vita a spiacevoli avvenimenti che coinvolgevano i viaggiatori.

viaggiatori esteri in visita sull'Etna
Foto di pubblico dominio – La casa inglese (o casa Gemellaro)

In seguito ai loro viaggi nel meridione d’Italia, i viaggiatori più importanti di ritorno nelle loro terre d’origine, condividevano grazie ai loro diari di viaggio, informazioni minuziose che venivano accolte con forte interesse dal grande pubblico degli intellettuali del nord Europa, i quali a loro volta si mettevano in viaggio verso quelle terre lontane e apparentemente inaccessibili, motivati proprio dall’opportunità di fare una esperienza ricche d’avventura in terre ancora poco conosciute.


Naturalmente in questi diari, oltre alle bellezze di tipo paesaggistico, venivano riportate notizie specifiche riguardanti il grande vulcano siciliano e le sue peculiarità di tipo geologico, ma non mancavano resoconti dettagliati circa la flora e la fauna, e naturalmente sulla popolazione che viveva nei paesini posti alle quote più elevate.

Questa gente, come già detto, veniva spesso descritta in modo alquanto colorito, ma non mancavano mai gli aneddoti strettamente connessi alla loro capacità di adattamento, e soprattutto alla profonda simbiosi con la grande montagna, che se da una parte regalava loro fertili terreni da coltivare, dall’altro era portatrice di distruzione con le sue spaventose eruzioni.

Professione e Evoluzione delle Guide dell’Etna nel Tempo

Con il tempo la divulgazione si sviluppò sul piano strettamente scientifico, e a Nicolosi, grazie all’illustre presenza dei fratelli Gemellaro, aumentò notevolmente il flusso di visitatori al punto tale da rendere necessaria la realizzazione di un primissimo sistema di tipo ricettivo, atto ad accogliere al meglio i turisti.

Il paese si arricchì dunque di alcune locande e osterie, e sorsero anche due alberghi che a tutti gli effetti, rendevano Nicolosi un luogo di eccellenza nel settore dell’accoglienza turistica.

A questo punto si rese necessaria l’organizzazione di un vero e proprio gruppo di guide e di mulattieri, e fu proprio l’illustre studioso nicolosita Mario Gemellaro, che con grande lungimiranza, formò nel1804 il primissimo gruppo delle Guide dell’Etna.

Per diventare guida, era necessario superare una vera e propria selezione che veniva presieduta dai fratelli Mario e Carlo Gemellaro.

Tale selezione consisteva in una verifica accurata delle conoscenze dei luoghi e delle reali capacità fisiche, requisiti questi che avrebbero garantito ai clienti una buona dose di sicurezza nell’intraprendere un viaggio di più giorni, in particolar modo verso la sommità dell’Etna.

Ma questi requisiti non erano sufficienti, per diventare guida era indispensabile dar prova di onestà, lealtà e rettitudine morale. Questi aspetti erano indispensabili al fine di garantire prestigio all’intero gruppo di guide, ma anche per rafforzare quella fiducia che i viaggiatori riponevano nei loro accompagnatori.

Le guide proponevano liberamente ai viaggiatori un itinerario piuttosto che un altro, e questo lo facevano sia in funzione delle condizioni meteo/ambientali, oppure in base al numero dei partecipanti.

Le escursioni verso il “Gran cono” potevano essere effettuate interamente a piedi partendo da Nicolosi, oppure con l’ausilio di muli e relativi garzoni, questo qualora i viaggiatori lo avessero richiesto al fine di vivere un’esperienza meno faticosa.

Normalmente questo servizio accessorio terminava nell’area conosciuta come “Torre del Filosofo”, a 2900 metri sul livello del mare.

In tale località si trovava la Gratissima, un piccolo e spartano rifugio dove si bivaccava la notte prima dell’ultima fatica che precedeva l’arrivo in vetta.

Regolamentazione e Leggi: Il Ruolo del CAI (Club Alpino Italiano)

L’attività di queste Guide dell’Etna andò avanti per circa 70 anni sotto la direzione dei fratelli Gemellaro e dei loro successori, ma poi nel 1875, in seguito alla fondazione della prima sezione siciliana del CAI che avvenne nella città di Catania, il direttivo della sezione stessa recependo quelli che furono i risultati del Congresso Alpino tenutosi a Domodossola nel 1870, lavorò affinché la figura della guida venisse maggiormente inquadrata a tutela della stessa e dei visitatori.

Nel 1877, a soli due anni dalla fondazione della prima sede del CAI, veniva approvato ufficialmente il regolamento delle Guide e dei Portatori appartanti alla sezione di Catania del Club Alpino Italiano.

Sempre nel corso del 1877, venne fondato un vero e proprio gruppo di guide che comunque apparteneva alla precedente organizzazione avviata dai fratelli Gemellaro.

Tale gruppo aveva ora una sua struttura ben definita con tanto di regolamento e tariffario ufficiale, e risultava essere divisa in Guide Etnee, ovvero quelle che accompagnavano fin sulla vetta del Cratere centrale, e le Guide dei Monti Rossi, che si limitavano ad accompagnare i visitatori sulla sommità dei famosi crateri sorti durante la distruttiva eruzione del 1669.

Con la formazione di quest’ultimo gruppo di guide, terminava definitivamente quella fase in cui questa professione, era ancora in buona parte organizzata in modo approssimativo, e iniziava a tutti gli effetti un periodo all’insegna di una professionalità regolamentata.

Le guide infatti oltre ad avere obblighi ben precisi, erano in possesso di una divisa ufficiale, di un berretto e di uno stemma che permettesse loro di essere riconosciute facilmente dai turisti.

Tali accessori avevano anche lo scopo di infondere alle guide stesse, un forte senso di appartenenza a tale categoria.

Il mondo delle guide ha attraversato dunque diversi momenti storici, che con le loro particolarità hanno inevitabilmente influenzato anche questa professione, che a tutti gli effetti si è sempre dovuta adattare ai tempi. Con essa anche le guide sono state in un certo qual modo obbligate ad abituarsi ad un turismo in perenne evoluzione.

Tra le guide di adesso e quelle del passato, numerosi sono i personaggi che sono rimasti nel cuore di molti per via della loro storia umana e professionale.

Indimenticabile la carismatica figura di Vincenzo Barbagallo, da tutti chiamato Vincenzino e reso ancora più famoso grazie all’eruzione del 2002/2003, i cui crateri sonno stati a lui dedicati. Altra figura di grande spessore è quella di Antonio Nicoloso, che oltre ad esser stato un visionario nel settore turistico etneo, fu anche un importantissimo punto di riferimento per numerosi geologi e vulcanologi di fama mondiale.

Antonio Nicoloso viene anche ricordato per la prima discesa all’interno del Cratere Centrale, una grande prova di audacia realizzata nel settembre 1974.

Le Guide dell’Etna Oggi: Formazione e Competenze Richieste

Le guide di oggi sono naturalmente molto diverse da quelle passate, per forza di cose anch’esse si sono dovute adattare a questi tempi frenetici dove tutto, anche il turismo, è in perenne corsa.

Ad ogni modo, oltre ad una maggiore formazione in campo geologico/vulcanologico e ad altre numerose competenze specifiche, sono rimaste legate indissolubilmente alla tradizione, e oltre ad essere dei professionisti della montagna, sono e rimarranno per sempre delle figure romantiche, il cui lavoro è profondamente legato all’amore per i vulcani, e in particolar modo per l’Etna, che le ha viste nascere e diventare prima di tutto uomini e poi guide, sempre nel solco profondo della tradizione.

Allo stato attuale sui vulcani italiani, le uniche figure autorizzate all’accompagnamento a titolo
professionale sono la Guida Alpina, l’Aspirante Guida Alpina e la Guida Vulcanologica.

La legge che regolamenta tali professioni è la legge quadro nazionale 6/89, con particolare riferimento all’articolo 23 che descrive nel dettaglio tutti i campi d’azione specifici delle figure sopracitate.

Ad oggi le Guide dell’Etna, appartengono al Collegio delle Guide Alpine Vulcanologiche della Sicilia, la cui iscrizione è obbligatoria se si vuole esercitare la professione, ed è garanzia assoluta per il visitatore che ad esse si affida, in quanto l’iter formativo di tali figure prevede appositi ed impegnativi corsi di formazione in linea con le attuali piattaforme europee, seguiti da difficili esami di abilitazione.

Il Prestigio della Guida dell’Etna: Gratitudine e Riconoscimento Internazionale

All’interno del nostro collegio sono presenti Guide Alpine, Aspiranti Guide Alpine e ovviamente Guide Vulcanologiche. Questi professionisti della montagna operano sia sull’Etna che sul vulcano Stromboli, e lo fanno sia in maniera autonoma che in diverse forme di tipo associativo.

Questo scritto ha come scopo ultimo quello di attraversare il tempo, e di far conoscere al lettore come storicamente la figura della guida si sia evoluta dal semplice conoscitore dei luoghi del 18° secolo, al professionista della montagna a cui vengono richieste molteplici e approfondite conoscenze legate agli aspetti geologici, ma anche alla botanica, alla zoologia, all’orientamento e numerose tematiche connesse con l’ambiente montano.

Non va dimenticato naturalmente il ruolo fondamentale del CAI, che come sodalizio profondamente legato al territorio, e nello specifico al nostro amato vulcano, ha fatto si che la guida nata alle pendici dell’Etna in quel di Nicolosi, oggi venga riconosciuta da tutti come Guida dell’Etna.

Un titolo prestigioso che vanta dunque una lunga storia, e che ha ricevuto innumerevoli soddisfazioni grazie alla gratitudine dei visitatori di tutto il mondo, che nel corso degli anni, hanno contribuito all’affermazione non solo in ambito territoriale, di questa importantissima figura.

Credit ph

La foto di copertina di questo articolo è una vecchia cartolina postale appartenente alla collezione di S. Scalia. Ringraziamo S. Scalia per aver condiviso questa immagine che arricchisce il nostro contenuto.

9 months ago
Mariagrazia Caruso Booking Manager Ashàara
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